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Hypo Real Estate: quando lo Stato tedesco espropria azionisti

dalla Redazione di Money Week - Caroline Bruneau, 3 aprile 2009

L’espropriazione degli azionisti, ultimo provvedimento del governo tedesco, può verificarsi qui da noi? Scopo di tale manovra: salvare una banca quasi sconosciuta, la Hypo Real Estate, che rischia di franare trascinando con sé l’intero sistema bancario tedesco. Il buco scavato dalla HRE già rasenta 100 miliardi di euro, e lo Stato è costretto ad agire con misure che vanno da una legge straordinaria a un piano d’urgenza, per dare sostegno a questo mostro malato.

Ma perché bisogna salvare a tutti i costi la banca di Monaco di Baviera? La banca Hypo Real Estate, fondata nel 2003, è la pietra angolare di una "eccezione" tedesca: le Pfandbriefe. Tali obbligazioni coperte, sorrette da ipoteche, hanno 170 anni di vita e sono considerate il più sicuro investimento del paese. Non esiste ente, città, ospedale che non possieda delle Pfandbriefe nel suo giro d’affari.

Tuttavia, la HRE ha emesso l'equivalente di 900 miliardi di euro. Se crolla, il colpo sarà così terribile che il governo non può nemmeno ipotizzarlo. Fino a contemplare il provvedimento estremo: espropriare gli azionisti per salvare la banca.

Nata nel 2003 dalla divisione della Hypo-Vereinsbank, la Hypo Real Estate è stata progettata per fungere da discarica di quest’istituto, recuperando tutti i suoi crediti a rischio. Una bad bank anticipata. A capo, uno sconosciuto, Georg Funke, 48 anni, subcomandante della Hypo, il quale vede nella HRE la sua chance per diventare potente e ricco.

L'ingresso in Borsa è un successo, la HRE si stabilisce in Irlanda per risparmiare l’importo delle imposte. Inizia a rilevare piccole banche, come la Württembergische Hypothekenbank, una delle più importanti emittenti di Pfandbriefe, poi un istituto specializzato nei CDO, i subprime così popolari a Wall Street. Siamo nel 2005.

La HRE si amplia. Il suo titolare comincia a costruire un’enorme villa a Monaco di Baviera. Alla fine dell’anno, la HRE integra l’indice DAX, il primo della Borsa di Francoforte. La quotazione sale a 57,30 euro.

I capi della HRE mirano ormai a fare il colpo che permetterà all'istituto di diventare uno dei giganti del settore. La fusione con l’Eurohypo, istituto specializzato nel finanziamento di comunità, fallisce. Funke, allora, mette gli occhi sulla DEPFA, gigante tedesco delle obbligazioni ipotecarie, insediato in Irlanda. Ma nella capitale della DEPFA, si nascondono rifiuti tossici: subprime a profusione, rifinanziamento a tre mesi.

Crolla il mercato immobiliare americano, grazie al quale la Depfa realizza un incredibile rendimento del 30 per cento. Il proprietario della HRE non se ne cura. A luglio 2007 sborsa 5,7 miliardi di euro per acquistare la banca irlandese. Agli osservatori l’acquisto sembra arrischiato: in pratica, nessuno capisce cosa fanno i due istituti.

Quando, a fine estate, comincia a soffiare la tempesta dei subprime , Funke giura di non avere crediti a rischio. Però, a gennaio 2008, finisce per palesare 390 M€, milioni di euro, di subprime. Alla stessa data, le banche tedesche recitano l’atto di contrizione e mostrano i propri scheletri nell’armadio, mentre Funke, a telefono con gli analisti, continua a lodare il suo lavoro e la sua fiducia nel futuro.

Credito d’emergenza

Gli investitori non ci credono e la quotazione precipita. La DEPFA inizia a mostrare segni di debolezza. Il mercato di vigilanza BaFin segnala irregolarità. Il 16 settembre, all’indomani del fallimento della Lehman Brothers, il proprietario della HRE fa appello al governo: la banca non trova più liquidità. Le occorrono 35 miliardi di euro. I delegati del ministero, al loro arrivo, scoprono che le necessità sono molto superiori e, nella notte, negoziano un credito d’emergenza di 50 miliardi di euro.

A tutt'oggi, sono stati, infatti, iniettati 100 miliardi di euro. Axel Wieandt, braccio destro di Josef Ackermann presso la Deutsche Bank, è chiamato in aiuto per mettere ordine. Metà del personale della HRE è alla vigilia del licenziamento, gli immobili stanno per essere venduti. La HRE è a terra. Un fondo “avvoltoio” azionario è in procinto di venirne espulso.

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Il(la) Traduttore(trice) Volontario(a) per il diritto alla casa senza frontiere dell’IAI che ha collaborato con la traduzione di questo testo è

Carla Martini