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Cooperative di abitazione in Uruguay: I senza terra urbani

Dopo quasi quarant’anni di lotta per la terra urbana e per la costruzione delle loro case, le cooperative di Abitazione ad aiuto reciproco si scontrano con il governo progressista del presidente uruguaiano Tabaré Vázquez perché criminalizza le occupazioni e frappone ostacoli ai prestiti.

“Ci troviamo di fronte a persone che sanno governare e sanno come colpire le associazioni”, sostiene il segretario generale della Federazione delle Cooperative di Abitazione ad Aiuto Reciproco (FUCVAM), Daniel de Souza. Per questa organizzazione, nata nel 1970, in un periodo di crescita dei movimenti sociali uruguaiani, è sconcertante quanto sta succedendo con un governo di sinistra: “Non è un fatto casuale. Questi governanti non sono nuovi, quelli che lavorano al Ministero degli Alloggi governano Montevideo da quasi vent’anni.”

I responsabili della FUCVAM pensano che nei prossimi mesi dovranno impegnarsi a cambiare le nuove leggi e regolamenti, considerati una “retrocessione legale”, perché, diversamente, le conquiste del movimento sociale saranno in pericolo. A giugno, la giustizia ha condannato con la reclusione cinque membri appartenenti a cooperative che avevano occupato un terreno a Punta del Este, il che può rappresentare un assaggio del nuovo atteggiamento del governo.

Le quasi 500 cooperative di abitazione riunite nella FUCVAM sono il risultato di tre grandi ondate di lotta per la terra, che si sono tradotte nella costruzione di più di 20 mila alloggi. Tra il 1970 e il 1972, più del 40% delle risorse statali per gli alloggi è stato destinato a finanziare le cooperative. La federazione fu creata il 24 maggio del 1970 durante l’inaugurazione della prima cooperativa, nella piccola località di Isla Mala, nel centro del paese. In questo periodo nasce un gran numero di cooperative grazie ai sindacati, che costruiscono complessi abitativi che, in alcuni casi, superano gli 800 alloggi. Nascono circa 150 cooperative e FUCVAM si estende in tutto il paese.

Il secondo salto del movimento avvenne nel 1989. Era un anno di elezioni e l'impegnoper la casa era stato messo in secondo piano dalla dittatura (1973-1985), al punto che all’inizio di questo decennio si moltiplicano gli insediamenti urbani illegali dove vivono disoccupati e immigrati provenienti dalle zone rurali. Nel luglio di quell’anno, dopo una grande assemblea, quattro cooperative occupano tre terreni. A novembre Tabaré Vázquez vince le elezioni a Montevideo e crea un “portafoglio di terre” fiscali che iniziano ad essere negoziate con il movimento cooperativo.

Negli anni a seguire circa 250 cooperative hanno accesso alla terra e molte danno inizio alla costruzione degli alloggi, in un decennio contrassegnato da mobilitazioni, fra le quali spiccano le occupazioni del Ministero degli Alloggi e di quello dell’Economia. Durante questo periodo costruiscono casa circa due mila famiglie di una trentina di cooperative.

Le occupazione del 1989 vengono avvertite dai membri del movimento come uno spartiacque. “L’occupazione delle terre fino a quel momento era un fenomeno essenzialmente spontaneo”, portato avanti con “un profilo basso, con poca visibilità, evitando la notorietà del fatto ‘illegale’” 1 . FUCVAM optò per la strada opposta: bisognava occupare per rendersi visibili. In un certo senso, la cultura ‘operaia’, elemento costitutivo del movimento cooperativo, incominciava a fondersi con le iniziative che i movimenti di nuovo stampo iniziavano a implementare in America Latina”. In questo periodo venne coniato la autodefinizione di “senza terra urbani”.

Il terzo impulso avvenne lo scorso anno, con l’attuale governo. La lotta per la casa, dopo un decennio di tagli strutturali al bilancio statale e la crisi del 2002, sfociò nella creazione di un centinaio di gruppi cooperativi che lottavano per l’ottenimento delle terre. Per sbloccare la situazione, nell’ottobre del 2006 decisero di occupare una proprietà, abbandonata da 40 anni, dell’impresa statale delle ferrovie. Nei negoziati ottennero 20 proprietà nelle quali sorsero 40 cooperative.

“Abbiamo ancora 30 cooperative senza terra”, dicono dalla federazione. In quasi 40 anni, il movimento ha costruito alloggi per 22 mila famiglie mentre circa quattro mila attendono l’accesso alla terra per poter iniziare.

Ad aprile, il Parlamento ha approvato una legge che stabilisce la detenzione da tre mesi a tre anni a coloro che occupano le terre. La sorpresa è che tutto il Frente Amplio ha sostenuto la nuova legge, nonostante il Ministro degli Alloggi, Mariano Arana, si sia mostrato contrario a quanto deciso dai deputati del governo.

Nella FUCVAM sono disposti a sfidare la legge. Il 28 luglio, assieme ai lavoratori rurali ( cañeros , addetti al taglio della canna da zucchero nel nord) che occupano una proprietà di 32 ettari, hanno organizzato una iniziativa a Montevideo e una marcia fino al palazzo del governo. Rifiutano una legge che, a loro avviso, “criminalizza” le occupazioni. De Souza, il segretario generale, ha affermato che a settembre inizieranno le occupazioni “in modo organizzato”, “non anarchico”. Altri dirigenti sottolineano che dal governo cercano di “criminalizzare la protesta, la capacità di mobilitazione dei settori popolari che sono, in ultima istanza, l’unica garanzia di effettuare una qualche trasformazione nell'ingiusta ripartizione della ricchezza”.

Ma il problema di fondo non sembra essere quello legale, bensì il modello economico. FUCVAM assicura che dei 14 mila alloggi promessi dal governo se ne costruiranno circa tre mila all’anno in questi cinque anni. Se il modello non cambia, “continuerà l’emigrazione dalla campagna alla città e quando le persone giungono qui e non hanno lavoro vengono doppiamente espulsi nell periferie”, sostengono i membri delle cooperative.

Il Ministero degli Alloggi ha elaborato un Regolamento delle Cooperative che si è meritato le dure critiche della federazione. L’obiettivo del ministero è quello di ordinare e migliorare il sistema di accesso al credito, e poter così pianificare a migliori condizioni l’uso adeguato delle risorse. Il nuovo regolamento stabilisce che le cooperative di abitazione potranno richiedere il finanziamento dello stato solo in occasione dei Bandi a Progetti Cooperativi che saranno emessi una volta all’anno.

Secondo l’architetto Benjamín Nahoum, consulente della FUCVAM, il nuovo regolamento “può rappresentare un serio ostacolo allo sviluppo del sistema cooperativo” 2 . “Il risultato finale è perverso”, perché una cooperativa investe su tutto il processo dai due ai tre anni, come minimo. Per questo, “non può essere soggetta a vincere o perdere un concorso” del quale non conosce i presupposti fin dall’inizio. “Sembra che non sia chiaro – conclude Nahoum – che una volta che un gruppo si costituisce, ottiene il terreno e l’istituto lavora al progetto, devono avere la sicurezza che in un dato momento il programma si concretizzerà. Perché, in tal caso, nessuno si sentirà motivato a intraprendere questa strada. È questo ciò che vogliamo? Spero di no”.

I rapporti fra i membri delle cooperative e il Ministero degli Alloggi non sono buoni, ma sono destinati a peggiorare. Da parte sua, la destra fa pressioni sul parlamento. La critiche della FUCVAM si rivolgono alla politica globale del governo. Intuiscono che gli alloggi non figurano fra le priorità del governo.

“Che strano che non ci siano mai stati problemi con il portafoglio delle terre e che nei due anni in cui abbiamo un governo di sinistra abbiamo dovuto occupare per poter avere le terre”, sostiene De Souza. Dal 1989 non facevano occupazioni. Sanno che con la nuova legislazione non potranno occupare terre e l’accesso ai prestiti per costruire sarà sempre più lento.

Il 15 e il 16 settembre FUCVAM organizzerà un’assemblea nazionale nella quale dovranno essere definite le prossime mosse. L’aspetto più probabile, sostengono i responsabili, è che venga adottato un piano di mobilitazioni, poiché starebbe prendendo forma un cambiamento sostanziale.

È qualcosa di molto simile a ciò che sta avendo luogo in altri paesi con governi progressisti, come è il caso del rapporto tra il Movimiento Sin Tierra del Brasile e il governo di Lula. Le critiche al governo di Tabaré Vázquez vengono ora formulate a voce alta. “Loro si comportano come se dialogassero, ma non ascoltano, non concedono nulla”, conclude De Souza.

  1. Gustavo González e Javier Vidal, ob. cit. p. 51.
  2. El Solidario No. 85, agosto 2007.

Gustavo González y Javier Vidal, "A la luz del día", FUCVAM, 2004.

FUCVAM, "Génesis. Análisis sobre el protagonismo social y político de Fucvam", Montevideo, 2006.

FUCVAM, "Cooperativismo de viviendas por ayuda mutua", Montevideo, 1999.

El Solidario , Giornale di FUCVAM.

Un movimento urbano differente 

Cooperativas de vivienda de Uruguay: Los sin tierra urbanos

Il movimento per la costruzione dei alloggi in forma cooperativa e ad aiuto reciproco è una modalità in base alla quale un gruppo di famiglie (tra 10 e 200) costituisce dei gruppi associati che operano in modo democratico. Lottano per la terra, la occupano o la comprano con finanziamenti statali o di ONG, e poi costruiscono i loro alloggi secondo la disponibilità familiare.

Attraversano quattro fasi: raggiungere il riconoscimento legale, scegliere un’istituzione di consulenza tecnica, ottenere la terra e poi conseguire il prestito per costruire. Uomini e donne lavorano a parità di condizioni alla costruzione degli alloggi apportando tutti la stessa quantità di ore di lavoro, gestiscono il processo di progettazione e costruzione con l’assemblea quale mezzo decisionale, e poi amministrano il complesso abitativo. Gli alloggi sono di proprietà della cooperativa, le famiglie ne hanno l’usufrutto ma non possono vendere senza l’autorizzazione del gruppo.

I membri della cooperativa costruiscono tutti gli alloggi senza sapere chi occuperà ognuno di questi. Il giorno dell’inaugurazione c’è un sorteggio ed ogni famiglia occupa quello che le spetta. La partecipazione delle donne in ogni fase, inclusa la costruzione, costituisce l’elemento di differenza rispetto ad altri movimenti sociali. FUCVAM ha inoltre una scuola di formazione e una struttura industriale che fornisce materiale alle cooperative. La pari partecipazione ai lavori, la partecipazione alle assemblee e il contributo economico sono obbligatori per tutti i soci.

I quartieri delle cooperative si trovano nella maggior parte nelle periferie delle città. Molti gruppi delle cooperative dispongono di asili nido, cliniche sanitarie ed esercizi commerciali gestiti dagli stessi vicini. Il movimento dispone poi di 22 biblioteche e 17 palestre nei quartieri di Montevideo. I regolamenti di ogni cooperativa vengono a lungo discussi in assemblea.