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Il relatore dell’ONU discute sulla politica della casa del PSOE

L’associazione Piattaforma per un’abitazione dignitosa afferma che le misure del PSOE in materia di abitazioni differiscono fortemente dalle raccomandazioni del relatore dell’ONU, Miloon Kothari. La PVD (piattaforma per abitazioni dignitose) chiede per questa legislatura misure volte a eliminare le cause della speculazione, i prezzi elevati e non semplici “rattoppi” e critica aspramente le ultime misure del Ministero per le Abitazioni.

Il relatore speciale per un’abitazione degna dell’ufficio dei diritti umani dell’ONU, Miloon Kothari, ha presentato davanti al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite il suo rapporto sulla missione in Spagna. Dalla Piattaforma per una Abitazione Dignitosa desideriamo comunicare che la politica per l’abitazione del Partito Socialista è ben lontana dal realizzare le raccomandazioni del summenzionato rapporto.

Per questo motivo e in coincidenza con l’inizio della legislatura chiediamo al futuro Governo che le politiche per l’abitazione siano strutturali e non dei semplici aggiustamenti, come sono state fino ad ora, e che si apportino dei correttivi ai principali problemi di base. A parere di Kothari, questi possono essere individuati in una speculazione senza alcun tipo di regolamento, nella concezione di abitazione come un oggetto puramente commerciale (anche per le stesse Amministrazioni Pubbliche) e nei pregiudizi nei confronti dei collettivi sfavoriti.

Inoltre, secondo la PVD, il Ministero per l’Abitazione travisa la verità quando afferma che alcune raccomandazioni presenti nel rapporto dell’ONU sono già state attuate durante lo scorso anno.

Per esempio, in materia di affitto, il relatore raccomanda ripetutamente la costruzione di abitazioni adibite ad affitto pubblico e alloggi di transizione a prezzi economici. Solamente in Francia vi sono quattro milioni di abitazioni adibite a tale scopo, mentre in Spagna questa cifra è ridicola. Durante l’ultimo anno, la ministra Chacòn, nelle conversazioni con le differenti organizzazioni a favore del diritto all’abitazione, ha evitato di parlare di questa misura. Al suo posto sono state adottati i sostegni diretti all’affitto, una soluzione ”di rimedio” che potrebbe anche avere come effetto secondario la crescita dei canoni di affitto nei prossimi mesi davanti allo scarso ed insufficiente controllo da parte di chi li concede.

In quanto all’aumento del parco di abitazioni protette, a nulla può servire incentivarlo se al tempo stesso si favoriscono aumenti di prezzo delle abitazioni stesse. Nella Riforma del Piano di Abitazioni 2005-2008 approvata in gennaio, il Ministero per le Abitazioni concede ai prezzi di riferimento della VPO di aumentare e alza i prezzi convenuti per l’abitazione in percentuali che arrivano al 28%per Alicante o Zaragoza, o al 20% per Madrid o Barcellona. In ogni caso, secondo la PVD, una scommessa possibile per costruire VPO in grandi quantità deve tener conto dell’esistenza di tre milioni di abitazioni sfitte in Spagna, secondo lo stesso rapporto, la cui ascesa nel mercato deve essere favorita.

Al punto 91 del suo rapporto, Miloon Kothari afferma chiaramente che uno dei percorsi volti a garantire l’accesso ad una abitazione dignitosa consiste in un ribasso dei prezzi del terreno e dell’abitazione e che l’Amministrazione a qualunque livello deve intervenire nel mercato per far sì che ciò divenga realtà. Tuttavia, le misure attuate da Charcòn in gennaio ( sostegni ai promotori, aiuti per l’acquisto, aumento del modulo etc.) hanno qualcosa di occulto che difende apertamente la permanenza della bolla speculativa dei prezzi.

Per la PVD, è indecente che la propria Amministrazione faccia uso di denaro pubblico per contrastare la logica di mercato e limitare i ribassi dei prezzi, tenendo conto che in alcune città le abitazioni hanno subito un aumento pari al 300% nell’ultimo decennio. Secondo vari ambienti o istituzioni, l’abitazione è sopravvalutata in Spagna tra un 30% ed un 60%.

Un altro dei “risultati” che si offrono come risposta al relatore da parte del Governo è la legge del terreno. Quello che non viene detto è che il Ministero dell’Economia in quanto pubblica il giornale economico Cinque Giorni, prepara una nuova disposizione ministeriale per correggere alcune misure della legge del terreno che non sono gradite dai grandi promotori a scapito dell’abitazione tutelata.

Per quel che riguarda il dubbio “risultato” che il Governo si attribuisce di aver ottenuto facendo rallentare l’aumento dei prezzi, bisogna ricordare che per uno spagnolo l’acquisto di un appartamento gli costa attualmente un 40% in più di quando Zapatero arrivò al potere, ed un 30% se preferisce affittarlo.

In questo senso sono fondamentali delle misure come riformare il finanziamento delle municipalità affinchè queste non dipendano dalle risorse economiche derivanti dall’urbanistica. Si devono anche riformare i metodi di assegnazione del suolo, evitare le percentuali di denaro dell’urbanistica che fanno deviare alcune istituzioni, controllare con impegno la corruzione e la frode che soggiace nel mercato immobiliario (specialmente nelle abitazioni tutelate), favorire l’ascesa nel mercato di appartamenti vuoti a prezzi ragionevoli, limitare la crescita senza fine dei termini di scadenza delle ipoteche, eliminare le deduzioni e le forme fiscali che favoriscono l’acquisto a qualunque prezzo, realizzare censimenti e studi necessariamente dettagliati e creare un esteso parco pubblico di abitazioni in affitto. A ciò bisogna aggiungere l’aumento fino a livelli prossimi a quelli della media europea della spesa destinata alle politiche abitative.

In quanto al Ministero per l’abitazione, la sua esistenza ha senso solo se i suoi atti sono davvero diretti a realizzare lo scopo per cui è nato, quello di migliorare l’accesso all’abitazione. La realtà è che, dall’arrivo di Chacòn, le misure intraprese sono lontane dalla ricerca di tale obbiettivo in modo sostenibile e piuttosto sembrano essere destinate a compiacere i grandi promotori e ad alimentare la bolla speculativa immobiliaria. Basta leggere la riforma del Piano per le Abitazioni 2005-2008 approvata lo scorso 11 gennaio (che va molto più in là dei sostegni all’emancipazione) per confermarlo. Cno queste misure, Carmen Charcòn si è messa in luce tra i politici che maggiormente hanno danneggiato il diritto a un’abitazione dignitosa nel nostro paese.

Dalla Piattaforma, abbiamo fatto un’analisi dettagliata della menzionata riforma, contraria allo spirito e alle raccomandazioni del rapporto dell’ONU, che si riassume nei seguenti punti.

Aiuti per non abbassare i prezzi

Secondo il Decreto di Riforma del Piano per le Abitazioni 2005-2008, un promotore riceverà 6.000 euro dalle casse pubbliche per ogni appartamento che non sia riuscito a vendere dopo un anno e che sia destinato all’affitto. Perché si comprendano meglio le conseguenze di questa misura, è come se il Ministero dell’industria decidesse di elargire denaro a imprese come Inditex o Cortefiel al fine di destinare i capi di vestiario non venduti ad altra cosa, in cambio di metterli in vendita al ribasso.

Secondo la stessa Banca di Spagna, gli appartamenti sono sopravvalutati di un 30% (secondo “The Economist”, un 60%), e questa è la ragione per cui molti promotori non vendono. In base al PVD, per una volta che la logica del mercato è in grado di facilitare l’accesso all’abitazione, che sia il Ministero stesso ad intervenire per evitarlo dopo che quanto è successo durante questi ultimi anni appare semplicemente indecente. Questa misura è un esempio del’inganno e della demagogia che c’è dietro molte delle politiche abitative in Spagna, inganno che si estende a diversi livelli dell’Amministrazione e che danneggia quasi tutti i cittadini sul medio e lungo periodo.

Lo scopo dell’abitazione pubblica sembra favorire i guadagni dei promotori

Così sembra pensare Carmen Charcòn. Un’altra delle alternative della Riforma del Piano Abitativo è che i promotori offrano gli appartamenti non venduti sul mercato libero come abitazioni pubbliche a prezzo pattuito. A tal scopo sono stati stabiliti aumenti di prezzo per questa tipologia che sono scandalosi(28% in Alicante o Zaragoza, o 20% in Madrid e Barcellona).

Ed inoltre, questa misura aumenterà la partecipazione dei promotori nella gestione dell’abitazione pubblica, cosa che fa salire il rischio per cui alcuni promotori chiedano quantità di denaro in “ B” (nero). Questa abitudine, appena viene realizzata in un ambiente con intenti scandalosamente fraudolenti come ben ricorda l’associazione Gestha, trasforma lo scopo sociale dell’abitazione pubblica in una mera pantomima.

Nuovo aumento nella VPO

D’altronde, con la scusa di incentivare la sua costruzione, il Ministero ammette un nuovo rialzo del prezzo di riferimento della VPO, che passerà da 728 a 758 euro per metro quadrato.

La PVD intende ricordare che il prezzo del modulo è aumentato varie volte negli ultimi anni e, tuttavia, adesso si costruisce molto meno VPO che negli anni ’80 in termini percentuali. Inoltre, da gennaio a settembre 2007 la costruzione di VPO crollò quasi di un 7%. La conclusione è che aumentare il prezzo del modulo non incentiva l’abitazione tutelata. Si aumenta perché si cede agli interessi dei promotori. Organizzazioni come FACUA, considerano il prezzo di riferimento attuale della VPO già ”sufficientemente attraente”.

Ad ogni modo, un’Amministrazione seria non può gestire abitazioni pubbliche in base ai calcoli dei guadagni dei promotori. Il prezzo finale deve basarsi sul reddito dei cittadini che riceveranno le abitazioni. Se gli stipendi a stento sono aumentati, far salire i prezzi della VPO è un disprezzo nei confronti di quanti fanno richiesta di un’abitazione e verso lo stesso concetto di abitazione pubblica.

Denaro per i proprietari

Il decreto include anche 6.000 euro per il proprietario che metta in affitto la propria abitazione. Per la PVD, mentre migliaia di persone incontrano problemi per affittare un’abitazione, non appare decente il destinare grosse quantità di fondi pubblici alla parte di mercato che incassa denaro. Ma in questo caso la misura è specialmente inutile, dal momento che i prezzi massimi fissati per accogliere tale misura sono simili a quelli di mercato (per esempio, in Madrid 960 euro di spesa massima per un appartamento di 70 m2). Vale a dire, la misura non avrà neppure l’effetto indiretto di favorire un ribasso dei prezzi.

Da parte della PVD vogliamo ricordare che il potenziamento dell’affitto non è fine a sé stesso. Se in alcuni anni la percentuale di abitazioni in affitto è il doppio di quella attuale ma i prezzi sono gli stessi, non si sarà facilitato per niente l’accesso all’abitazione.

Si potenziano i sostegni all’acquisto

Il decreto innalza i prezzi delle abitazioni il cui compratore può optare per gli aiuti diretti all’acquisto che il Piano abitativo 2005-2008 ricomprendeva. L’effetto secondario di questa misura consiste nel proteggere la bolla speculativa immobiliare, spingendo i potenziali compratori ad “arrivare” a prezzi gonfiati. Per la PVD, Chacòn dimostra un tremendo cinismo quando parla di incentivare l’affitto mentre il decreto potenzia evidentemente questi aiuti.

Sui sostegni diretti all’affitto

In quanto agli aiuti diretti all’affitto (reddito basico di emancipazione) presentati giorni prima di questo decreto e largamente pubblicizzati, secondo la PVD sono stati una “cortina di fumo” per togliere rumore alle successive modificazioni al Piano Abitativo.

Ed inoltre, il tempo ha dimostrato le nostre previsioni: molti proprietari aumentano quanto chiedono per l’affitto tra i 100 e i 200 euro, aspettando che colui che affitti sia un giovane minore di 30 anni e con possibilità di usufruire di sostegni. D’altro lato, sono discriminatori questi aiuti, che lasciano fuori coloro che hanno superato quest’età e non si distingue se l’abitazione si trova in una grande città o in una piccola località, dove 210 euro valgono per molto più. Al contrario, altri proprietari cercano adesso giovani con più di 30 anni per poter continuare ad affittare “in nero”. La situazione risulta essere dantesca e tutto per evitare una maggiore regolazione e controllo che non trova scuse davanti a un problema di tale grandezza.

Se il ministero desidera appoggiare l’emancipazione in modo sostenibile e non elettorale, dovrebbe dedicare i fondi alla creazione di un nutrito parco pubblico di abitazioni in affitto a prezzi economici, così come esiste nella maggior parte dei paesi europei.

La PVD chiede cambiamenti radicali nella politica abitativa

Per la piattaforma, la migliore politica abitativa è quella che crea il contorno entro il quale la differenza tra salario e prezzo dell’abitazione ( sia per l’acquisto che per l’affitto) sia ragionevole e stabile al margine delle tensioni speculative e dei cicli economici. Ciò, insieme ad un parco di abitazioni pubbliche per i giovani e i canoni d’affitto più bassi significherebbe avanzare verso l’attuazione dell’articolo 47 della nostra Costituzione. A tal fine, pretendiamo dal nuovo Governo la realizzazione effettiva delle raccomandazioni dell’ONU ed inoltre che favorisca cambiamenti strutturali in tutte quelle istanze governative le cui politiche danneggino l’abitazione e l’urbanistica, con l’obbiettivo di ridurre la spropositata relazione tra salari e prezzi delle abitazioni in acquisto o in affitto. Con il fine di ottenere ciò, i vari comitati territoriali della piattaforma hanno formulato un accordo su una batteria di 40 proposte che già sono state passate al governo in attesa che siano utilizzate per aprire un processo di riflessione profondo di fronte al futuro delle politiche abitative in questo paese.

  • Informe del relator especial sobre una vivienda adecuada de la ONU
  • 40 propuestas por una Vivienda Digna