I rom e l'abitare
L'articolo presenta il libro dell'Opera Nomadi di Reggio Calabria "I rom e l'abitare interculturale" pubblicato dalla FrancoAngeli nel marzo 2009. La pubblicazione riporta i dati di una ricerca scientifica con la quale si dimostra che i rom che vivono dislocati nei condomini insieme ai non-rom risultano inclusi nella società a differenza di quelli che sono costretti a vivere emarginati nei campi rom.
I rom e l’abitare
Nel mese di marzo 2009 è stato pubblicato dalla casa editrice FrancoAngeli il libro dell’Opera Nomadi di Reggio Calabria dal titolo “I rom e l'abitare interculturale. Dai torrenti ai condomini”.
Questo volume è frutto di un progetto dell’Associazione, finanziato dall’Ufficio Nazionale Antirazzismo (UNAR) e realizzato in partenariato con l’Università degli Studi di Messina – Dipartimento di Sociologia “V. Pareto”, l’Opera Nomadi Lazio e la rete europea R.E.V.E.S (Réseau Européen des Villes et Région de l’Économie Sociale ).
Con questo libro l’associazione presenta una ricerca scientifica sulla questione abitativa dei rom che oggi nel nostro Paese rappresenta il tema centrale dal quale di¬pende l’inclusione sociale di questa minoranza .
Il libro ribalta gli approcci tradizionali perché, prima di proporre soluzioni preconfezionate e precon-cette, valuta attraverso una ricerca scientifica l'efficacia di una proposta abitativa avanzata dai rom stessi.
Nel volume vengono illustrate le condizioni di esclusione abitativa dei rom a Reggio Calabria e Roma mettendo in evidenza le loro iniziative sociali volte a superare questa situazione.
La pubblicazione ricostruisce, anche, il lungo e faticoso percorso di lotta all’emarginazione con il quale una parte dei rom di Reggio Calabria è riuscita a passare dalle baracche di cartone costruite, negli anni Cinquanta, nei letti dei tor¬renti alle abitazioni nei condomini.
Nella città di Reggio Calabria la comunità rom, sostenuta dai volontari dell'Opera Nomadi locale, ha sempre chiesto che le famiglie potessero abitare dislocate nei condomini in mezzo ai cittadini non rom e, dopo una lunga e faticosa "battaglia" ancora in corso, una parte di loro ha visto realizzarsi questa possibilità.
La ricerca effettuata da un gruppo di ricercatori ha avuto l’obiettivo di confrontare i livelli di inclu-sione/esclusione delle famiglie rom che ancora vivono concentrati nei ghetti e di quelle che invece abi¬tano dislocati nei condomini.
I dati dello studio condotto su un totale di 500 famiglie residenti nelle città di Reggio Calabria e di Roma ( 250+250) hanno dimostrato che i rom dislocati hanno raggiunto un livello di inclusione sociale più alto rispetto a coloro che sono invece costretti a vivere concentrati.
L'indagine, oltre a verificare l’efficacia del modello abitativo dell'equa dislocazione e quindi del mix et¬nico-sociale, ha messo in evidenza la necessità di sviluppare una nuova politica abitativa fondata sul coinvolgimento diretto dei rom e sul concetto di abitare legato alla qualità dell’ambiente abitativo quale ambito di relazioni fondamentali per l’inclusione sociale.
I risultati ottenuti con questo lavoro fanno confluire la questione abitativa dei rom all’interno del tema generale dell’housing sociale superando gli orientamenti particolaristici che da sempre sostengono la ne¬cessità di soluzioni speciali come quella del campo rom. Il mix etnico-sociale è da tempo ritenuto dagli esperti come la nuova frontiera per l’inclusione sociale delle minoranze, lo stesso si può dire per il coinvolgimento degli abitanti definito dal sociologo Antonio Tosi come “la rivoluzione abitativa”.
L’importanza dell’aspetto generale dell’abitare dei rom si può notare anche dal fatto che a Reggio Calabria l’esperienza dell’equa dislocazione ha permesso di sperimentare una innovazione nella politica della casa attraverso il modello di alloggio popolare dislocato all’interno del patrimonio edilizio privato. Questo modello offre un livello più alto di capitale sociale rispetto al tradizionale alloggio popolare che comunemente sorge in un quartiere di case popolari dove risultano concentrate tante famiglie svantaggiate.
Presidente Opera Nomadi di Reggio Calabria sig. Giacomo Marino