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La risposta delle cooperative di autorecupero alla speculazione immobiliare

Il workshop, di cui l’Unione Inquilini è co-promotore assieme alla Chairecoop di Lione e al Laboratorio Arti Civiche/Università Roma 3, si svolgerà presso l’Università Roma 3 – Dipartimento di Architettura – Aula libera Largo Giovanni Battista Marzi 19 – il 10 Giugno 2015. A fine giornata e il giorno 11, gli incontri presso le cooperative di autorecupero, esempi concreti di come è possibile alloggiare con dignità uscendo dalle regole del mercato.

Workshop Internazionale    

Il progetto di workshop internazionale sulle cooperative di abitanti europee, si inserisce come riflessione necessaria in un contesto segnato da processi incontrollati di speculazione immobiliare intensa, che stanno sempre più destabilizzando intere fasce della società civile dell'Europa latina. In questa versione di trasformazione attraverso pratiche di autorganizzazione e partecipazione diretta degli abitanti, diviene importante la creazione di un tavolo di confronto al livello non solo Europeo. Il workshop si svolgerà secondo due giornate: la prima vedrà la partecipazione di relatori internazionali, provenienti da Spagna, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia. I temi che verranno affrontati secondo tavoli tematici sono i seguenti:  

tavolo 1: Il modello cooperativo come sistema alternativo al mercato.  tavolo 2 : pratiche di cooperativismo in Europa.  tavolo 3 : Le esperienze delle cooperative romane, il futuro del patrimonio pubblico

I tavoli di discussione si presentano come un'occasione per affrontare quelle pratiche spontanee di autorganizzazione sociale, capaci di mettere in atto strategie flessibili al fine di creare alloggi accessibili. La Legge Regionale sull'autorecupero della Regione Lazio n. 55/’98 ha visto la trasformazione di sette edifici del patrimonio pubblico in alloggi tramite le cooperative di abitanti. Questa esperienza, ancora non del tutto conclusa, si presenta come punto di partenza per una riflessione delle modalità ed obiettivi raggiunti, dell'attuale situazione di emergenza abitativa, cercando una visione futura della trasformazione urbana che tenga conto degli abitanti, attraverso la divisione dei ruoli e delle responsabilità tra cooperative e poteri pubblici locali. Tali esperienze se inserite in una dimensione non speculativa e integrata alla città, sono esempi di vita democratica, forme di rispetto delle norme ambientaliste secondo un principio di urbanistica più frugale, trasformano la «città sulla città». 

La seconda giornata consisterà invece in visite guidate all'interno delle esperienze romane di autorecupero e l'autorganizzazione di altre realtà che si oppongono alle dinamiche di mercato attraverso il sostegno cooperativo.

Programma

10.giu.2015 /seminario 

9:15 Saluti Prof.ssa E. Pallottino (direttore Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Roma Tre) 

9:30 tavolo 1: Il modello cooperativo come sistema alternativo al mercato

modera Francesco Careri  docente presso l'Università degli studi di Roma Tre - traduzioni LAC

Yann Maury Chairecoop & ENTPE

Tom Angotti  City University of New York, USA

Adriana Goni Mazzitelli  Universitá degli Studi Roma Tre

Lanciano Guido  Unione Inquilini Roma & Cooperative italiane "autorecupero"

Francesca Danese Assessore alle politiche sociali, salute, casa ed emergenza abitativa del Comune di Roma

11:00 tavolo 2: pratiche di cooperativismo in Europa

modera Fatiha Belmessous Université de Lyon, EVS CNRS 5600 / ENTPE - traduzioni LAC

Valerio Orselli Cooper Square MHA, USA

Angela Matesanz   Arquitecta Urbanista. Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid. UPM

Doria Navarro Plataforma de Afectados por la Hipoteca. Barcelona (PAH)

Sophie Cartoux  Compagni Costruttori (Fr)

John Gillespie  (Community Self Building Agency) GB

Hugo Gomez.  Avvocato de Corralas en Andalucia

PRANZO

15:00 tavolo 3: Le esperienze delle cooperative romane, il futuro del patrimonio pubblico

Modera  Massimo Pasquini  Unione Inquilini (Roma)-& Cooperative italiane " di autorecupero"

Giovanni Caudo Assessore alle Trasformazioni Urbanistiche Comune di Roma

Francesco Careri  Università degli Studi di Roma Tre

Manfredo Proietti  Presidente cooperativa Inventare l'abitare

Emanuela Di Felice  dottorato in Progettazione Architettonica Università degli Studi di Roma Tre

Maria Rosaria Guarini  docente di Estimo Università La Sapienza  Roma

Gianluca Staderini esperienze di integrazione rom Popica Onlus

Rudy  Colongo  Presidente organizzazione IBlu

17:00 conclusioni  

Yann Maury (Chairecoop & ENTPE) 

18:00 visita al Porto Fluviale  

«Abbandonato da anni, chiuso, protetto e minacciato da un alto muro spinato, ricoperto da tanta polvere, l'edificio di Via del Porto Fluviale 12 era un magazzino militare, di proprietà pubblica, uno di quei tanti scheletri  che come funghi spuntano nel panorama cittadino. Era, perché oggi è qualcos'altro.  Con gli anni e il lavoro la polvere è stata scacciata, il processo di degrado fermato, e la vita ha preso il suo posto.  Dal 6 giugno 2003 vivono, in questo ex scheletro, circa 100 famiglie, provenienti da tre continenti. In 8 anni sono nati circa 40 bambini.  Cosi la ex caserma è diventata non solo una casa, ma quasi una piccola città.»  Gaetano Crivaro e Margherita Pisano, Good bye Roma, 2011

L'edificio originariamente ex deposito armi e munizioni dell'Aeronautica di proprietà del Ministero della Difesa, oggi divenuta di proprietà del Comune di Roma, ha riversato in stato di abbandono per 10 anni fino alla rottura del cancello da parte del Coordinamento di lotta per la casa, il quale ha riutilizzato l'immobile per dare casa a italiani, peruviani, ecuadoregni, marocchini ecc....

All'abbandono si è sostituito il riuso spontaneo. Una delle tante forme di riciclo che una volta riguardavano oggetti cari alle vecchie generazioni, da utensili a mobili, una pratica dell'affetto verso le cose e la memoria, oggi non più di moda nell'epoca del consumismo sfrenato. Eppure Porto Fluviale e i suoi abitanti hanno promosso il riusoo urbano piuttosto che la svendita del patrimonio pubblico ai costruttori privati idea promossa invece dal comune di Roma. Sembra paradossale osservare come l'abitare spontaneo possa opporsi con tanta forza e decisione all'idea liberalistica della svendita del patrimonio pubblico, ovvero di qualcosa che in parte appartiene a tutti noi. All'interno della politica del “fare cassa” stabilita dalle amministrazioni capitoline i movimenti di lotta si oppongono attraverso l'occupazione, tema cruciale in una grande capitale europea quale Roma.  

CENA proiezione del documentario Good Bye Roma di G. Civarro e M. Pisano

11.giu.2015 / visite  

9:00  Via delle Muse 

11:00  Autorecupero Via Marica ( Cooperativa Inventare L'abitare)

ll progetto prevedeva la realizzazione di 27 alloggi per un totale di 84 abitanti oltre a uno spazio comune e un asilo. L'obiettivo è stato quello di adeguare l’edificio alle normative tipologico-ambientali e tecnologico energetiche per l’edilizia residenziale pubblica.  Le soluzioni di bioedilizia previste (la sostituzione delle attuali pannellature con tamponature in cemento con fibre di legno, la controsoffitattura, i camini solari che corrono lungo le facciate dell’edificio ed emergono oltre il lastrico solare) avevano il fine di caratterizzare l’immagine architettonica dello stabile, evidenziandone la prestazione bioclimatica sperimentale.  

12:00 Via Tor dei schiavi

PRANZO presso  Via Tor dei Schiavi

14:00  Autorecupero Via Saredo ( Cooperativa Inventare L'abitare)

Il progetto prevede la realizzazione di 11 alloggi per 35 abitanti oltre ad uno spazio comune. Nella scuola materna un tempo a servizio delle residenze di quartiere il “problema della casa” ha prodotto un fenomeno di riutilizzazione spontanea dell’immobile pubblico da parte di circa 50 occupanti, aggregati in nuclei famigliari, fortemente coinvolti nella crisi degli alloggi. Gli occupanti partecipano all’impegno finanziario di ristrutturazione e bonifica come soggetto primario a cui compete il recupero interno degli alloggi, con i relativi impianti e finiture. L’intervento è orientato al rispetto delle esigenze sei futuri inquilini per i quali sono importanti:

  • le opportunità di relazione, le occasioni di collaborazione, la qualità di vita;
  • la memoria storica del fabbricato, nato come scuola e trasformato, con il tempo, dalle proposte dei suoi recenti inquilini che lo hanno, con inventiva, piegato a nuove e diverse necessità; •l’ecologia, intesa in termini di biocompatibilità e di ecosostenibilità.  

16:00  Via San Tommaso d'Aquino (Cooperativa Corallo)

Nel lontano 25 novembre del 1995 partendo dalla necessità abitativa di un gruppo di giovani single e famiglie abbiamo occupato un palazzo in Via San Tommaso D'Aquino 11/A di proprietà della Regione Lazio, da anni lasciato all’incuria e al degrado costituendoci in seguito in una Cooperativa di autorecupero edilizio, la Corallo. I lavori di autorecupero sono stati portati avanti e completamente autofinanziati dagli occupanti. Dopo aver garantito l'abitabilità di ogni appartamento con lavori fatti in comune, ognuno ha completato singolarmente la ristrutturazione della propria abitazione, progettando e costruendo il proprio spazio sulla base delle diverse necessità. La trattativa con il proprietario dell’immobile (la Regione Lazio) a tutt'oggi è in “fase di studio” da parte dei tecnici dell'Ente, nonostante dal 1998 il Consiglio Regionale abbia approvato la legge n.55 sull'autorecupero del patrimonio immobiliare... Intanto via San Tommaso d’Aquino 11/a continua a essere un luogo dove si collabora e si uniscono le forze per obiettivi di utilità comune. 

18:00  Autorecupero Piazza Sonnino (Cooperativa Vivere 2000)

L’area in questione è stata per lungo tempo parte integrante del convento di S. Agata ed è di proprietà del Comune di Roma. La parte abitabile del convento, quella su P.zza Sonnino e P.zza Belli, è stata ristrutturata negli ultimi due secoli numerose volte.

Durante gli anni ’30 e ’40 l’ex convento ha ospitato un orfanotrofio; negli anni ’50 e ’60 è stato utilizzato ad uso abitativo; per tutti gli anni ’70 e ’80 l’edificio è rimasto abbandonato al degrado, ed è stato ritrovo di fortuna per barboni e tossicodipendenti. Nell’aprile del 1983, sotto la pressione della gente, degli sfrattati e dei senza casa, l’Amministrazione Comunale ha approvato un progetto di recupero che prevedeva l’uso residenziale dell’edificio per anziani e nuclei familiari di nuova formazione (delibera 1516/83), ma i lavori di ristrutturazione dell’edificio sono stati interrotti poche settimane dopo l’inizio, quando era stato realizzato solamente il consolidamento statico e i solai. Per altri lunghi anni l’edificio di P.zza Sonnino è rimasto vuoto, mentre a Trastevere, così come in periferia, continuavano gli sfratti. E’ in questo periodo, nella seconda metà degli anni ’80, che nel quartiere si inizia a parlare di autorecupero o autoristutturazione degli edifici. Intanto, nello stesso periodo, per quanto riguarda l’edificio di P.zza Sonnino, alcuni degli esercizi commerciali al piano terreno, a suo tempo sgomberati per l’attuazione dell’intervento, riprendono la loro attività, in attuazione di una sentenza del TAR in loro favore datata 11/11/8610. In questa situazione di abbandono e di spreco di risorse edilizie dovuto all’immobilismo del Comune, nasce, da parte di alcuni esponenti dell’Unione Inquilini, l’idea di occupare l’edificio. Si forma una lista di occupazione ed il 14 luglio 1989, l’edificio in questione viene occupato da 12 famiglie di sfrattati e senza casa, costituitesi nella Cooperativa “Vivere 2000”, con l’intenzione di autoristrutturare lo stabile e spingere l’Amministrazione Comunale ad accettare l’ipotesi dell’autorecupero come parte della soluzione del problema del recupero del centro storico e, più in generale, della casa e degli sfratti. La composizione dei soci della Cooperativa è di varia nazionalità. L’immobile di epoca medioevale è costituito da due piani con una struttura in muratura portante e una copertura a tetto. I lavori sono consistiti nelle opere di “ricucitura” delle lesioni e di consolidamento delle strutture murarie. E’ stato ricostruito il tetto ed è stata adeguata la struttura ad un parziale contenimento dei consumi energetici. A completamento sono stati ripristinati i marciapiedi limitrofi al fabbricato comunale già restaurato. Si è intervenuti nel rifacimento di tutto il selciato esistente con la predisposizione di opportuni scivoli negli attraversamenti pedonali e la sistemazione delle aree pedonali attorno alle alberature e sono state bonificate tutte le caditoie stradali.Inoltre si stanno mettendo in opera una serie di parapedonali su via Gustavo Modena a salvaguardia della percorrenza pedonale.

CENA presso l'Autorecupero di Piazza Sonnino a Trastevere 

Il contesto

Europeo:

La questione dell'alloggio accessibile è divenuto negli anni 80'-90', nei paesi dell'UE, il prisma di un triplice paradosso:

  • La competenza rispetto all'alloggio accessibile è sfuggito legalmente a Bruxelles (a differenza del settore economico, non esiste un "commissario europeo per la Casa") mentre è tornato in direzione degli Stati membri (principio di sussidiarietà) ..
  • Allo stesso tempo, 1 su 6 si trova a dover affrontare notevoli difficoltà nella ricerca di un alloggio accessibile.  Sono circa 79 milioni le persone che rimangono escluse dall'offerta di mercato, dopo l'apertura ai nuovi Stati membri del 2004 (fonte eurostat 2009). L'allineamento strutturale tra l'offerta di alloggi accessibili e la richiesta è parte di una realtà ormai perenne.
  • Alla fine degli anni 90, la logica di mercato si esprime a pieno in tutta l'Europa (mercato unico in1992), ed il principio stesso del versamento di sovvenzioni pubbliche agli operatori di case popolari è rimesso in discussione, sulla base in parte, del principio di " concorrenza libera "[1]  che deve irrigare il mercato unico e dall'altra parte, un contenzioso porta i promotori immobiliari privati davanti alla corte di giustizia europea, contro i locatori sociali europei. Più in generale, gli alloggi sociali sono ormai vissuti al livello  europeo come un'eccezione giuridica in una rete di sicurezza minima, destinato esclusivamente alle fasce più deboli (SSIG). Il modello dominante ininterrotto dal nord al sud dell'Europa è ormai quello della “società di proprietari”.  

Il tema

1. L'Italia:

Dal 1998, il governo Berlusconi (destra liberale) trasferisce la Housing Authority per le 20 regioni italiane, nel disegno di governo centrale all'interno del piano di bilancio pubblico. Ciò si traduce in una grande varietà di approcci e risposte delle regioni italiane.

Le iniziative istituzionali introdotte dalla Regione Lazio si presentano come prospettive particolarmente innovative e ricche di nuovi valori. Le cooperative di AUTORECUPERO agiscono concretamente, attraverso la trasformazione di edifici abbandonati di proprietà pubblica in alloggi accessibili.

La legge regionale approvata nel 1998 con il consenso unanime di sinistra-destra, legalizzando tali pratiche  spontanee attraverso l'usufrutto, mantenendo invariata la proprietà pubblica degli edifici.

Nel 2001, all'interno dello smantellamento dello stato sociale italiano, il governo Berlusconi crea un consorzio bancario internazionale - SCIP -  responsabile della vendita di 130.000 case popolari, di proprietà degli Enti Previdenziali. I ricavi attesi sono stimati intorno ai 4 miliardi di euro, ciò si traduce in massicce pratiche di svendita immobiliare.

Sulla base dei diritti di opzione assegnati alla SCIP,  l'operazione di vendita forzata ha coinvolto 70.000 famiglie(2003 SCIP 1), di queste 3600 famiglie sono state sfrattate (17%) e 45.000 famiglie verranno colpite dalla SCIP 2.

Nel corso degli anni 2000, gli sfratti per morosità continueranno ad aumentare di migliaia da tutta Italia.

2. Spagna:

Il diritto all'alloggio è stato sancito nella costituzione spagnola nel 1978. Art 47 della costituzione: "Tutti gli spagnoli hanno il diritto di beneficiare di un decente e adeguato alloggio. Le autorità pubbliche devono garantire le condizioni necessarie e stabilire le norme per rendere effettivo questo diritto... ". Dopo il 1979, le regioni autonome sono state impegnate nella gestione del territorio, la pianificazione urbana e dell'edilizia abitativa. Queste hanno piena libertà nell'emanare leggi. Ogni città può pertanto definire le proprie  priorità per la promozione e la gestione dello stock alloggiativo sul loro territorio .

Dal 1998 , la legge di liberalizzazione dei terreni decisa dal governo Aznar ( destra liberale ) , ha avviato un intenso processo di speculazione immobiliare, il quale ha prodotto effetti catastrofici: secondo l' INE ( Instituto Nacional de Estadística 2014. ) La Spagna ha nel 2014, 3,4 milioni di abitazioni nuove e vuote.

"Ereditata dalla bolla immobiliare ( ... ) questi beni pesano pesantemente sui bilanci delle banche costrette a effettuare coperture significative per coprire i rischi di svalutazione di tali beni a favore dei numerosi fallimenti degli sponsor ". ( Le Monde , 28 13 maggio) .

Tra il 1997 e il 2005 , la quota di beni immobili passa dal 11% al 17 % del PIL e tasso di occupazione passa dal 9 % al 14 % . Il settore immobiliare assorbe in questo periodo una quota crescente di denaro a scapito però di altri settori dell'economia. Così il credito concesso ai promotori immobiliari si alzò solamente durante il 2005 , del 40 % .[2]

Come per il modello nazionale del lavoro in tutta la Spagna, l'Andalusia ebbe negli anni successivi un forte squilibrio tra domanda e offerta di alloggi a prezzi accessibili. Il censimento andaluso del  2011 evidenzia che 8.371.270 persone abitano in 4.353.146 unità, comprendendo 637.221 case vuote. Inoltre, 822.022 nuove case sono state costruite tra il 2001 e il 2011 .

Di fronte ai capricci del mercato immobiliare e, nonostante l'esistenza dell'articolo 47 della Costituzione spagnola del 1978, si può osservare che dal maggio 2012, sono nate una serie di risposte cooperative da parte della società spagnola . Negli anni 2012 e il 2013, le iniziative cooperative edilizie coinvolte soprattutto in Andalusia ( Siviglia , Cadice .. ) prendono il nome di " Corrralas ". Nonostante il diritto alla casa, sia un ricordo del diritto costituzionale in Spagna, i membri delle corralas residenti sono regolarmente sotto sgombro dalla polizia. Il 6 aprile 2014, la polizia ha evacuato le ultime 22 famiglie di " corrala ' The Utopia.[3]  

[1]  Yann Maury. “ Le logement social à Londres, Rome, Berlin et Barcelone. Le rôle des  associations. 2001 Plus. DRAST. Octobre 2006. 85 pag.  

[2]  Charlotte Worms. Études Foncières no 138, mars-avril 2009, p.21-26.  3 Alejandro Muchada. Intervention pour le master 2 ENSAG. 2013.  

[3]  Habitares. Le mouvement des corralas à Séville. De la protestation à l’auto-organisation. In Les coopératives d’habitants, des outils pour l’abondance. Juin 2014. P 331 à 349  

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