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G-20: Costruire ora un Patto Sociale Globale per un Habitat Giusto e Sostenibile!

In occasione del vertice finanziario del G-20 a Washington, le alleanze internazionali per il diritto alla casa chiedono un cambiamento sostanziale dell’architettura finanziaria globale e del finanziamento delle abitazioni.

Noi sottoscritti, organizzazioni della società civile e singoli

  • dediti alla difesa e alla realizzazione del diritto umano alla casa e ad un habitat adeguato;
  • che combattiamo da molti anni per il diritto ad una casa adeguata contro le conseguenze delle politiche neo-liberali e dei mercati finanziari;
  • allarmati per le spietate e crude conseguenze della crisi finanziaria manifestatasi attraverso i pignoramenti e gli sfratti;
  • in accordo con i principi morali e i diritti umani legali inscritti, tra l’altro, nel Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, con la corrispondente normativa sui diritti umani adottata dalle Nazioni Unite e con molte decisioni e documenti (delle Nazioni Unite), come il Protocollo di Kyoto;
  • in parallelo alle numerose dichiarazioni presentate dalle organizzazioni della società civile e dai Sindacati1 ;
  • coscienti del carattere diemergenza dell’attuale crisi economica e finanziaria;
  • coscienti che molte autorità locali sono già profondamente colpite dalla crisi attuale;
  • coscienti che il carattere fondamentale della crisi richiede un cambiamento essenziale e di vasta portata;
  • comprendendo l'interdipendenza della crisi finanziaria con lo sviluppo, l’energia, il clima e l’occupazione;
  • coscienti delle serie minacce della crisi alla coesione sociale, la democrazia, la pace e la libertà;
  • richiedendo una leadership mondiale capace e disposta a sostituire gli screditati percorsi di sviluppo con una nuova architettura economica globale e una visione coerente con i principi dei diritti umani, la democrazia e la giustizia internazionale e in effettiva cooperazione con la società civile;
  • sottolineando il carattere provvisorio di questa dichiarazione

Invitiamo i governi del G-20 a

  • includere nel processo di ridefinizione dell’architettura finanziaria globale, oltre ai paesi del G-20, anche i Paesi Meno Sviluppati;
  • includere i sindacati, le autorità locali, la società civile e le organizzazioni degli abitanti nelle negoziazioni per il finanziamento dello sviluppo e dell’habitat;
  • intraprendere misure immediate per ridurre le conseguenze sociali, spaziali ed economiche della crisi attuale e cambiare le deviazioni del governo neo-liberale della finanza;
  • analizzare attentamente i fattori dell’abitazione e dell’habitat che hanno contribuito alla crisi;
  • essere coscienti delle conseguenze della crisi delle reazioni dello stato relazionate alla casa e all’habitat;
  • sviluppare immediatamente un programma di emergenza coordinato per limitare le conseguenze negative della crisi sulle condizioni abitative, ambientali, dell’habitat e delle economie locali;
  • regolare globalmente i mercati finanziari senza escludere le persone dall’accesso ad un’abitazione adeguata;
  • supportare e sviluppare alternative ai mutui e ai sistemi di accesso alla proprietà privata;
  • sviluppare nuovi meccanismi finanziari per il miglioramento delle condizioni di vita di almeno un miliardo di persone nel mondo che vivono in condizioni abitative indecenti e inumane,
  • includere il finanziamento dell’abitazione e dell’habitat in un necessario “New Deal Verde”,
  • sviluppare istituzioni e strumenti internazionali che promuovano l’accesso dei poverialla terra, e che regolino la funzione sociale dei mercati immobiliari, in accordo con lo sviluppo sostenibile e i diritti umani, rispettando, allo stesso tempo,il diritto alla terra dei popoli originari;
  • esaminare attentamente le osservazioni e le proposte seguenti,

Vogliamo ricordare ai governi e agli altri soggetti impegnati nello sviluppo della casa e dell’habitat

  • abitazioni disponibili e adeguate per tutti e insediamenti umani abitabili non possono mai essere offerti soltanto dai mercati, ma richiedono regolazioni e interventi pubblici consistenti nei mercati, incluse politiche eque e proattive in materia di uso del suolo, finanziamento pubblico e messa a disposizione di abitazioni, regolazione del canone di affitto e sicurezza legale del diritto d’occupazione;
  • le politiche neo-liberali dagli anni Settanta, minando e indebolendo questi interventi attraverso la privatizzazione e la deregolazione, hanno contribuito profondamente alla crisi globale dell’habitat e della casa, costringendo più di un miliardo di persone a vivere in condizioni squallide;
  • le stesse politiche neo-liberali, attraverso un modello di commercio ineguale, programmi di aggiustamento strutturale e speculazione monetaria, hanno costretto i paesi di fronte a un debito insostenibile e hanno profondamente indebolito le capacità dello Stato di andare incontro alle esigenze abitative e dell’habitat delle popolazioni,
  • accompagnare le politiche di sviluppo urbano e regionale neo-liberali, anche nei Paesi Meno Sviluppati, non offre un accesso soddisfacente al suolo e alla casa, colpendo particolarmente settori sociali poveri e vulnerabili, come le donne e i bambini,
  • le stesse politiche neo-liberali, attraverso la riduzione delle tasse sui redditi elevati e l’accumulazione della ricchezza, la creazione di paradisi fiscali, la privatizzazione dei fondi pensione, la riduzione dei salari reali, il dumping delle eccedenze industriali e molte altre che hanno impoverito gli Stati e la popolazione, causando un’eccessiva concentrazione del capitale privato in cerca di investimenti speculativi e insostenibili nei mercati finanziari liberalizzati,
  • con queste condizioni, il tremendo deficit di abitazioni accessibili e adeguate è stato uno dei fattori chiave nello sviluppo della bolla immobiliare e dei mutui a rischio negli Stati Uniti,
  • inoltre, gli investimenti speculativi negli stock abitativi privatizzati hanno infiammato e offerto nuove sfaccettature alla speculazione finanziaria,
  • la promozione della concessione di mutui ipotecari e della proprietà dell’abitazione piuttosto che investimenti pubblici di soluzioni abitative e sociali e in affitto sono state un fattore chiave strutturale nello sviluppo della crisi attuale,
  • i pignoramenti e gli sfratti hanno già trasformato gli abitanti nelle principali vittime della crisi.

Pertanto, avvertiamo i governi che

  • la socializzazione delle perdite delle banche a spese dei programmi pubblici per la casa e lo sviluppo (non soltanto urbanistico), aggraverà la crisi abitativa e dell'habitat,
  • la crisi economica ridurrà anche i redditi popolari rendendo ancor più necessarie abitazioni accessibili,
  • è da temere la moltiplicazione dei fallimenti in altri settori immobiliari colpiti dalla crisi finanziaria,
  • la stretta creditizia colpirà parti sempre più ampie dello sviluppo abitaivo ed urbanistico,
  • è probabile che si verifichi un’enorme ondata di disinvestimenti nel settore abitativo e delle costruzioni mentre – per ragioni sociali ed ecologiche – è necessario e auspicabile il contrario.

Allo stesso tempo, vogliamo suscitare la consapevolezza che l’abitazione e l’habitat possono essere fattori ed elementi di riforme di soluzioni se includono:

  • azioni di emergenza che limitino i danni derivanti dalla crisi,
  • un’architettura finanziaria più stabile,
  • una riduzione della vulnerabilità economica delle comunità e dei territori locali,
  • la creazione di posti di lavoro, di reddito di massa e stabilità economica, assieme allo sviluppo sostenibile e alla riduzione della povertà.

In questo contesto crediamo che la casa e le infrastutture locali debbano giocare un ruolo importante nella sostenibilità di un “New Deal Verde”.

Per quanto riguarda l’emergenza e un’azione immediata, chiediamo ai governi di

  • implementare immediatamente le misure che prevengano gli sfratti forzosi dovuti ai pignoramenti o a morosità dei canoni d’affitto a causa della crisi economica, per esempio attraverso una moratoria legale o sussidi alle vittime dei pignoramenti,
  • ristrutturare le ipoteche a rischio in modo adeguato e sostenibile per gli attuali proprietari,quando è possibile, con perdite assorbite dai creditorie dagli investitori predatori,
  • assicurarsi che le case, gli appartamenti, le securities, i beni acquisiti dai governi siano disposte in modo da preservare il loro carattere di accessibilità e la sicurezza abitativa per gli abitanti, incluso il mantenimento dei controlli locali sul canone d’affitto, le restrizioni dell’uso, i sussidi, con la partecipazione degli abitanti e delle comunità locali,
  • evitare il salvataggio delle banche senza securities, ma nazionalizzare le abitazioni pignorate o le istituzioni creditizie per tenere sotto controllo pubblico il suolo e le abitazioni,
  • offrire alternative nell’amministrazione pubblica degli stock di abitazione controllati dagli Hedge Funds, Private Equity Funds o Real Estate Investment Trusts (REITs) (Fondo comune d’investimento immobiliare),
  • assicurarsi che venga immediatamente consentito agli Stati insolventi e in bancarotta di adempiere comunque ai propri doveri pubblici.

Verso un’architettura finanziaria più stabile presentiamo le numerose proposte fatte da altri attori sociali secondo cui

  • un soddisfacente sistema abitativo con un diritto di occupazione sicuro, socialmente o pubblicamente posseduto o regolato, è la migliore garanzia per dei mercati ipotecari stabili e non speculativi,
  • la privatizzazione delle abitazioni pubbliche, territori, infrastrutture e servizi deve essere fermata e revocata, democratizzando i servizi pubblici,
  • le abitazioni e le infrastrutture devono essere protette dall’invasione di investimenti finanziari a breve termine,
  • le imprese private che controllano il settore abitativo o le infrastrutture devono essere trasparenti e basate su un capitale sociale sostenibile e regolato,
  • il finanziamento abitativo deve essere separato dagli investimenti bancarie obbedire a norme specifiche per la trasparenza, i fabbisogni di capitale e la cartolarizzazione,
  • i sistemi ipotecari devono essere trasparenti, pubblicamente controllati e orientati su finanziamenti a lungo termine, contro i tassi fissi d’interesse, con riserve obbligatorie adeguate,
  • i prodotti finanziari altamente speculativi basati sui derivati su ipoteche di base devono essere proibiti,
  • nel mercato abitativo e ipotecario l'effetto leva deve essere strettamente limitato,
  • i fondi altamente speculativi come gli Hedge Funds devono essere proibiti,
  • i REITs devono essere sostituiti da modelli commerciali più sostenibili,
  • gli Stati devono offrire finanziamento e sussidio pubblico per i necessari investimenti abitativi e dell’habitat a bassi tassi d’interesse, rifinanziati in parte da una tassa graduata sui trasferimenti immobiliari anti-speculazione, con tasse più alte basate sull’ampiezza del guadagno e sull’indice di rotazione delle compravendite,
  • parti significative dell’aumento del contributo allo sviluppo devono essere investite direttamente nell’abitazione pubblica e nell’habitat, o in sistemi locali socialmente controllati per finanziare l’abitazione e l’habitat,
  • la Banca Mondiale deve essere decentralizzata o sostituita da altri meccanismi più responsabili, dedicati in pratica alla riduzione della povertà, salute ed equità globale, con una linea di programma specifica per il finanziamento abitativo e dell’habitat,
  • in generale, dovrebbe essere promossa la proprietà pubblica e collettiva del suolo.

Tenendo in considerazione

  • l’urgente, fondamentale e multi-dimensionale carattere della crisi,
  • i molteplici benefici del miglioramento delle condizioni dell’habitat e dell’abitazione,
  • il dovere degli Stati di implementare e garantire i diritti umani sociali

contrapponendoci a qualsiasi misura

  • che continui a minare il controllo pubblico e sociale del suolo, l’abitazione, le infrastrutture e i servizi pubblici,
  • che nazionalizzi i costi della crisi bancaria privatizzando i benefici per gli azionisti,
  • che porti a forme di governo autoritarie,
  • che riduca il contributo allo sviluppo e alla spesa sociale,
  • che non consideri e non conferisca potere alle capacità locali,

chiediamo

l'istituzione di un Pa tto Sociale Internazionale per Finanziare l’Habitat che

  • sia coordinato da tutti i paesi sotto l'egida delle Nazioni Unite,
  • sia integrato nel fondamentale cambiamento necessario dei meccanismi e delle istituzioni finanziarie internazionali, incluse le banche di sviluppo,
  • sia fondato sulla piena implementazione delle norme internazionali sul diritto alla casa,
  • contribuisca sostanzialmente a un rapido miglioramento delle condizioni di vita di almeno un miliardo di abitanti delle baracche e dei senzatetto,
  • riduca direttamente il numero di persone che giornalmente – a causa della crescita della povertà, soluzioni abitative precarie, sviluppi urbani anti-poveri e sfratti – sono costrette a vivere in condizioni totalmente inumane e inadeguate,
  • supporti la costruzione e il rinnovo delle abitazioni necessarie e dell'habitat vivibili sotto il controllo pubblico e/o sociale, in tutti i paesi,
  • supporti lo sviluppo di meccanismi stabili per il finanziamento e la promozione di soluzioni abitative sociali e comunitarie,
  • contribuisca direttamente alle soluzioni sociali per gli abitanti minacciati dai pignoramenti e dagli sfratti,
  • promuova ovunque modelli sostenibili di vita, di produzione e consumo, tra le altre cose tramite l’uso di risorse locali rinnovabili, il rafforzamento della sovranità alimentare, includendo l’agricoltura urbana e la riduzione dei trasporti necessari,
  • specialmente nei paesi industrializzati e nei “mercati emergenti”, sia basato sulla casa e su soluzioni di rinnovamento edilizio con consumo ridotto di risorse non-rinnovabili,
  • elimini il supporto finanziario delle banche di sviluppo e di altre istituzioni per progetti su larga scala che portino agli sfratti forzati e all’indebolimento degli standard abitativi locali,
  • rifinanzi il programma dell’habitat attraverso, tra l’altro, un’imposta patrimoniale e salariale progressiva armonizzata, la tassazione della valuta internazionale e le transazioni immobiliari, la chiusura dei paradisi fiscali e la crescita dell’ODA,
  • trasformi parte dei debiti esteri in Fondi pubblici per la terra e la casa.

Accompagnato dalla regolazione pubblica dei flussi del capitale globale, della speculazione finanziaria e dei prezzi dei beni immobili e fondiari, questo "Patto Globale per il Finanziamento Abitativo & dell’Habitat" vorrebbe contribuire alla soluzione della crisi abitativa globale, opporsi ai percorsi errati nell’economia mondiale e nel governo globale fin dagli anni 70, e ridurre la speculazione finanziaria. Gli investimenti, resi possibili dalla cancellazione del debito estero e dalla tassazione, potrebbero essere indirizzati verso attività necessarie a creare posti di lavoro e incrementare i salari in tutti i paesi.

Questo Patto vuole perciò stabilizzare le economie mondiali e avviare un altro percorso di sviluppo più sostenibile, in accordo con i diritti umani.

Per conquistare questi necessari e urgenti obbiettivi le sottoscritte reti internazionali per il diritto alla casa propongono di mobilitare le organizzazioni di abitanti globali e locali, i soggetti sociali urbani e i loro alleati.

Firme

Habitat International Coalition (HIC) ,

International Alliance of Ihanbitants (IAI),

Centre on Housing Rights and Evictions (COHRE)

Novembre 2008

1 Vedi i.e.:

  • “La crisi economica globale: Una storica opportunità per la trasformazione. Una prima risposta da parte degli individui, i movimenti sociali e le organizzazioni non-governative in supporto ad un programma di transizione per la trasformazione radicale dell’economia. Pechino, 15 Ottobre 2008
  • “Trade Union Statement to G20 Crisis Summit - THE GLOBAL UNIONS “WASHINGTON DECLARATION” Nov. 2008

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